Accenni storici
Benché documenti e strutture indichino una sua presenza già intorno all'anno 1000, la Villa di Celle nella sua attuale forma, così come la cappella che la fiancheggia , risalgono alla fine del ‘600, per volere del Cardinale Carlo Augusto Fabroni di Pistoia, insigne mecenate ed importante figura nella gerarchia ecclesiastica.
Nel XIX sec. sarà la famiglia Caselli a commissionare all'architetto Giovanni Gambini l'ampliamento del parco che si estende dietro la villa su una superficie di venti ettari circa, e che rappresenta un eccezionale esempio dell'ideale romantico della natura.
I manufatti architettonici ottocenteschi del parco come la voliera realizzata dal poeta-architetto Bartolomeo Sestini, la palazzina del tè, il monumento egizio, le scogliere con le cascate, i due laghi, ecc. formano un complesso unico e ideale addirittura profetico delle installazioni d'arte contemporanea realizzate in questi ultimi anni.
La collezione d'arte contemporanea
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Alberto Burri
"Grande ferro Celle" |
Magdalena Abakanowicz
"Katarsis" |
R. Morris & C. Parmiggiani
"Melencolia II" |
Bukichi Inoue,
"Il mio buco nel cielo" |
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Iniziata nell'ultimo dopoguerra da Giuliano Gori si è formata attraverso la frequentazione e l'approfondita conoscenza degli artisti che esprimevano all'epoca tendenze di rinnovamento del linguaggio artistico.
Già alla fine degli anni '50 si presenta al collezionista la necessità di munirsi di un adeguato contenitore, capace di accogliere la già nutrita raccolta, ha così luogo la costruzione di una apposita palazzina nel centro storico di Prato. L'edificio diviene presto una specie di cenacolo, frequentato da artisti e da quanti interessati all'evolversi dell'arte visiva, fino alla fine degli anni '60. La crescita quantitativa delle opere e il desiderio di porsi nella veste di committente nei confronti degli artisti imponeva la ricerca di spazi consoni alle nuove esigenze.
I nuovi spazi d'arte
Nella primavera del 1970 la collezione si trasferisce nel complesso della Fattoria di Celle, nuova residenza della famiglia Gori.
Finalmente può concretizzarsi il disegno, accarezzato da circa un decennio, di sperimentare il comportamento dell'artista contemporaneo nei confronti di una committenza che si ponesse l'impegno a considerare lo spazio prescelto (non più come semplice contenitore) come parte integrante e immodificabile dell'opera realizzata.
Del resto, i numerosi manufatti architettonici del parco, anche se nati per scopi di culto o più semplicemente per uso ludico, erano pur sempre stati realizzati come vere e proprie installazioni d'arte; vedi tra gli altri la cappella, la neogotica casina del tè o la grande voliera. Quest'ultima, realizzata con svecchiature trasparenti con all'esterno diverse essenze naturali, si pone alla vista come esempio della più riuscita arte ambientale, come tale eletta a simbolo della nuova arte che in seguito verrà utilizzata a Celle. Giunti alla fine degli anni '70, terminati i necessari lavori di consolidamento e di restauro degli storici edifici e rese le necessarie cure alle varie specie alboree del parco, può finalmente essere iniziato lo studio di un piano di fattibilità artistica che avrebbe fatto percorrere inesplorate e appassionanti strade al collezionista.
L'arte ambientale
Nel decennio 1960/70 Kassel e Venezia presentano alcune opere realizzate in loco da artisti inviati per l'occasione usando materiali perlopiù precari e non sempre in spazi adeguati, sufficienti a resistere il tempo della durata della manifestazione. A Celle si trattava di proporre installazioni permanenti, realizzabili sia all'aperto nel parco che all'interno dei vari storici edifici.
Non avendo modelli di riferimento si trattava soprattutto di verificare la validità dell'idea con persone qualificate a livello internazionale per poi confrontarsi con glia artisti che sarebbero stati inviati a concretizzare il progetto. Trovato in Amnon Barzel un curatore disponibile a seguire a tempo pieno i lavori, fu deciso di comune accordo di convocare una commissione consultiva nelle persone di Renato Barilli, Francesco Guerrieri, Knud Jensen, Manfred Schneckenburger e, infine ricevuto il oro entusiastico consenso, fu subito rivolto l'invito agli artisti e potette così avere inizio la realizzazione dei primi interventi. IL 12 giugno 1982 furono ufficialmente inaugurate le prime nove opere ambientali nel parco e sei nel piano attico della villa . Alla fine del 2006 alla Fattoria di Celle si possono contare circa settanta opere d'arte ambientale di cui quaranta all'aperto. Ciò che più conta, è stato dar vita ad un grande laboratorio creativo che, senza sosta, continua nella produzione e nella sperimentazione di nuovi linguaggi espressi nelle diverse discipline artistiche contemporanee da decine di artisti provenienti da ogni parte del mondo.
  
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